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Medium e l’inferno dinamico di Beksinski

Zdzisław Beksiński.

Un genio, un visionario, un innovatore, un artista immenso, fotografo e pittore baluardo del romanticismo e del simbolismo polacco che visse la sua intera vita tormentato dagli incubi e dalle visioni.

In tutte le sue foto Beksinski ride.

Sembra non abbia dormito una sola notte senza essere preda degli incubi che il giorno dopo raffigurava nelle sue tele.

Quadri di assoluta bellezza e desolazione: lande deserte corrose dalla ruggine e dalla polvere dove fatiscenti edifici viventi incombono con la loro massa ingombrando il cielo, mostrando le ossa nere e marce sotto la calce.

I materiali si scarnificano e la pelle diventa carta ingiallita e spiegazzata o cuoio tirato, le superfici si sfogliano come pittura acrilica secca su pareti crepate.

Il sole, giallo e malato, o la notte più buia incombono su ogni cosa, nella polvere e nella roccia.

In tutte le sue foto ride.

“Nacque il 24 febbraio del 1929 a Sanok, piccolo centro situato nel sud-est della Polonia, nei pressi della catena dei Carpazi da una famiglia di imprenditori. Studiò dapprima economia, in seguito si diplomò in un liceo clandestino durante l’occupazione tedesca. Dopo la liberazione della Polonia, nel 1947, si iscrisse, secondo i voleri del padre, presso la facoltà di architettura.

Nel 1998 muore sua moglie Zofia Stankiewicz. Il giorno della vigilia di Natale del 1999, l’anno dopo suo figlio Tomasz, noto presentatore radiofonico e giornalista musicale, si toglie la vita, impiccandosi.” da wikipedia

In tutte le sue foto, ride.

“L’ex architetto polacco dedicatosi poi alle arti visive era ossessionato da queste dimensioni lugubri popolate da figure demoniache o sofferenti, che traducevano in un emisfero ultraterreno, celato dietro alla realtà sensibile, le angosce che lo attanagliavano.

Alcuni ritengono addirittura che i suoi dipinti, sovente privi di titolo, fossero ispirati direttamente dai suoi sogno dove vagava, solo, all’inferno.

Non solo, si dice che lui stesso ne avesse bruciati alcuni nel cortile dietro a casa, senza permettere a nessuno di vederli prima che andassero distrutti.

Secondo un’altra diceria, le sue creazioni sarebbero state maledette e farebbero impazzire chiunque le guardi a lungo, o porterebbero comunque terribili sventure.

Anche la sua vita ebbe un tragico e brutale epilogo; nel 2005 il figlio diciannovenne dl suo maggiordomo, Robert Kupiec, lo pugnalò a morte ripetutamente.

Io amo Beksinski, le sue visioni dell’inferno o della mente umana sono struggente meraviglia per me; un inferno di puro dolore dove perdersi e piangere al cielo e agli antichi dei dimenticati che lo abitano tutto il proprio dolore.

Lo venero da anni e darei volentieri un dito per una delle sue opere da tenere in uno studio vuoto dove la luce bianca della mia città entra obliqua dall’unico lucernario impolverato e lo illumina come un tesoro.

Perché ho aspettato tanto a parlare di lui quindi?

Nei gironi scorsi è uscito un videogioco per gamepass xbox che ti consiglio di scaricare.

The Medium.

Uscito da appena una settimana e già schizzato in cima a tutte le classifiche; ha i suoi difetti (è corto e la giocabilità non è un granché) ma questo non ha (giustamente) fermato l’entusiasmo dei giocatori.

Non sono previsti scontri ma indagini ed indovinelli anche belli e coinvolgenti, le musiche sono spettacolari e scritte dal compositore delle melodie di Silent Hill e lo studio che lo ha prodotto è stato reso immortale per la loro prima opera, Leier of fear: il Bloober team.

Ma la sua unicità è un’altra.

La nostra protagonista, la giovane Merienne, è alla ricerca della verità sul suo oscuro passato ma vive in due realtà contemporaneamente. Così facciamo anche noi dato che lo schermo è diviso in due; da una parte una Merienne che si aggira silenziosa in un fatiscente edificio abbandonato perduto ne boschi della Polonia di fine novecento dove accaddero strane cose sotto la schiacciante dittatura comunista; dall’altra parte una Marienne dai capelli candidi si aggira in un universo parallelo dove le cose sono contorte e lugubre, dove mani pendono dal soffitto e polvere e morte invadono ogni angolo, un luogo dove gli spettri e i demoni si aggirano senza trovare sollievo; un luogo che è in parte inferno in parte proiezione della mente.

Lo studio è polacco.

Cominci a vedere delle affinità?

The Medium è un gioco unico e dal grande spessore artistico ma una cosa mi ha deluso.

Non con loro, non con lo studio perché troppi sono gli indizi ed i rimandi, le citazioni ed i cammei e l’universo parallelo assolutamente perfetto e uguale in ogni dettaglio al mondo del maestro; quello che mi ah fatto arrabbiare è che in troppi pochi conoscono le opere di Beksinski e non hanno colto lo spessore di quest’opera.

Ma la mia delusione è durata poco; mi rendo conto che il romanticismo polacco non è conoscenza comune.
D’altronde è importante giocare a The Medium conoscendo le opere del maestro se non si vuole perdere metà dell’esperienza.

Sì perché quello che pare un mondo nato dalla fantasia dello studio polacco era la realtà dell’artista, una realtà della mente assoluta e inconvertibile; un mondo sovrapposto al nostro dove gli spettri della mente e i mostri degli uomini, i loro fantasmi le loro creature demoniache che braccano e raspano nella polvere ben consci della fragilità degli uomini, nutrendosi delle anime dei morti.

Quello che per noi è fantasia per Beksinski era la realtà. Una realtà che premeva sulla sua mente per essere dipinta e, forse, mettere in guardia gli uomini come un universo Lovecraftiano.

Quadri che sonos tati considerati maledetti e hanno (pare) portato fuori di senno i loro acquirenti.

Vai a giocarlo ora con questa consapevolezza, e allora sì che l’orrore forse ti si farà più tangibile e Le Fauci ti faranno rabbrividire, il Mangiabambini ti attanaglierà il cuore; sarà un’esperienza unica e profonda che, spero, non dimenticherai mai.

Buon fortuna.