Cattivi Film

Una fottuta camera del male

1+4+0+8”

é il numero di una stanza d’albergo, il Dhoplin, New York, un vecchio albergo di lusso vecchio stile.

In quella stanza il direttore d’albergo fa fare le pulizie una volta al mese con le porte aperte e sotto sua diretta sorveglianza, ma non è bastato, perchè una volta una cameriera rimase chiusa nel bagno della camera e venne ritrovata che si era cavata gli occhi con le forbici.

In quella stanza non soggiorna nessuno.

Mai.

Ma una cartolina da quello stesso albergo arriva a casa di uno scrittore, un cinico, ma simpatico, dissidente, solo e senza fede, nessun tipo di fede; un eccellente scrittore in verità che dopo aver scritto l’unico libro davvero bello, la sua opera omnia “la lunga strada verso casa” a cominciato come investigatore di ghost hotel.

Lui scrive libri sui ghost tour americani e null’altro, visitandoli tutti dal primo all’ultimo e senza aver mai trovato, o creduto anche solo per un illuso istante, qualsiasi tipo di presenza leggendaria.

Ma ora c’è questa cartolina.

Con il numero di questa stanza.

Casualmente in quel periodo non ha nulla da fare, ed è davvero una testa di cazzo, dico sul serio, duro come un tavolo di marmo.

Così il direttore del Dholpin, si trova davanti questo tizio, vestito di una ridicola camicia awaiana e una sigaretta fissa dietro l’orecchio sinistro (nonostante non fumi) “è in caso di guerra nucleare” spiega lo scrittore, con un sorrisetto.

Mike (così si chiama il nostro) ottiene, dopo lungo dialogo e svariati tentativi di corruzione, la chiave della stanza. Una chiave di ottone, perchè le tessere magnetiche nella 1408 non funzionano “se ha un pacemaker stia attento” avverte pacatamente furioso il direttore (un carismatico come pochi Samuel L. Jackson).

Nella 1408 in realtà non c’è nulla di strano, è una stanza uguale a tutte le altre “qualcuno ha scritto della banalità del male, se questo è vero allora questo è l’ultimo girone dell’inferno” commenta Mike ( John Cusack , lo adoro) mentre scruta le pareti con una brutta carta da parati e i quadri da rigattiere (l’ho già detto che è un disilluso cinico vero? Ma ti assicuro che ha tutte le ragioni per esserlo, credimi)

è presto detto perchè quella è, agli occhi del direttore “una fottuta camera del male”. Nessuno resiste li dentro per più di un’ora.

E non perchè il servizio si scadente, non vi resiste perchè è esattamente un’ora il tempo che la stanza si concede per suicidarti.

Uno degli ultimi e più creativi clienti si annegò nel brodo del piatto della cena.

Ed è vero; è tutto catalogato, scritto, foto, documenti, ogni cosa.

mio fratello è stato sbranato dai lupi sulla 34°”

Legge Mike sul bordo della cartella lasciatagli dal direttore prima di trovarsi di fronte alla stanza.

E da qui in avanti, da quando fa entrare la chiave e fa fare i primi scatti, da quando la porta si richiude con uno balzo alle sue spalle, non solo sarà impossibile uscire di li, ma la stanza farà di tutto per averlo dilazionando quell’ora in ore, in mesi, forse addirittura, in anni pur di avere la sua mente spezzata.

Hai provato a sommare i quattro numeri della stanza?

Lo sai vero che nessun albergo americano ha un tredicesimo piano?

Questo è il mio film nel genere “male assoluto indefinito” preferito in assoluto; non mi stancherei MAI di guardarlo, potresti chiudermi in una stanza uguale a quella del film col mega schermo acceso a trasmetterlo all’infinito.

Una fottuta stanza del male; io ho due teorie, la prima: credo sia l’atrio dell’inferno, un luogo sperduto nel tempo e nello spazio che accarezza le porte dell’aldilà, la parte malvagia, quella in qui sono rinchiusi demoni e pazzi malvagi; una stanza senziente che cattura tutto ciò che può e non poteva trovarsi in un posto migliore. La seconda, molto più probabile; è che la 1408 sia “l’anticamera” di un sottilità particolarmente abitata apertasi naturalmente dopo i primi dieci? venti suicidi? Se sei un amante di King non dovrò spiegarti do cosa stò parlando; se non lo sei non ho abbastanza spazio su questo blog per informarti =P 

Un grande film per chi ha paura delle stanze d’albergo che hanno sempre avuto per tutti un qualcosa di sinistro, non credi? Sono inquietanti per definizione.

Pensa a “quante persone fra quelle pareti e queste lenzuola hanno dormito, hanno sognato, avuto incubi, hanno fatto l’amore, hanno tradito; e quante di loro erano malate? Quante infelici? Quante pazze? Quante sono morte?”

Personalmente ho sempre amato Stephen King, il Re ha una ricetta semplice per le sue storie, metti delle persone normali, provenienti da un mondo reale, normale, in una situazione surreale, o butta il paradossale fra di loro nelle loro vite a brutto muso, e stai a vedere cosa succede.

Questo e qualche tiro di anfetamina (ma posso assicurarti che ha smesso da parecchi anni, ma le visioni che essa gli regalava non credo lo abbiano mai realmente lasciato avendo trovato in lui un terreno ben fertile)

1408 doveva essere soltanto un racconto breve della raccolta “Tutto è fatidico” ma è diventato un film magistrale; prendi una tonnellata di tutti i piccoli, deliziosi cliché horror della stanza infestata (levandoci cose banali come coltelli che volano) che solitamente svariati cattivi registi hanno utilizzato senza nessun effetto apprezzabile, e ti sarai fatto un’idea su cosa stai per affrontare.

Una storia che non pretende di insegnarti qualcosa, se non che proprio nel momento in cui smetti di credere le cose accadono, e non saranno cose belle.

Ma se mai ti succedesse ricordati:

Non uccide mai più di quanto tu non possa mangiare!”

Buona 1/2notte!