Cattivi Film

Livescream

Esiste un forte legame fra film horror e videogame.

Esiste da sempre.

Esistono milioni di giochi horror sul mercato, terrorizzanti, potenti, magnifici e letali. Devi amare un certo genere di suspance e di emozione per giocarci.

E avere un cuore forte.

Forse l’ultima frontiera dell’horror, l’ultima possibilità di “spaventare a morte” il proprio pubblico, annoiato e irriverente, che è troppo anestetizzato da migliaia di urli nelle poltroncine dei cinema per riuscire a provare quel brivido che insegue, freneticamente, da sempre.

Io dico spesso che se ti aspetti, a trentanni e passa, che un film possa farti “paura” ai limiti del non dormire la notte, allora devi aspettarti proprio poco da te stesso ed essere davvero un gran coniglio. Chi si spaventa ormai per i film horror?

Ma i videogiochi.

I videogiochi sono un’altra cosa.

Il cinema ha sempre cercato di farci empatizzare con i suoi strillanti protagonisti.

C’è mai riuscito? Si, un sacco di volte, ma quante di queste l’empatia si è trasformata nel terrore della morte? Quante volte si è stati costretti a piangere davanti ad uno schermo o a gridare terrorizzati come se il khiller/mostro/fantasma fosse li con noi nella stanza, come se il collo che stringesse fosse il nostro?

Questo fa u videogame horror. Ti fa vivere in prima persona quello che con un film non potresti mai. Cosa faccio? Giro a destra o a sinistra? Esco dal mio nascondiglio per correre in stretti e viscidi buii corridoi o rimango acquattato nell’ombra pregando che il maniaco che mi cerca passi oltre?

Questo sì che potrebbe non farti dormire la notte.

Questo sì che ti entra nelle ossa e nel cuore, sei tu che decidi, non c’è più nessuno a cui urlare “ma cosa entri li dentro al buio, cretino!” perché il cretino sei tu.

Un cretino tutto solo con un pad in mano.

Cosa altro abbiamo per rendere un’esperienza di gioco più elettrizzante?

Giocare in due?

Ok, facciamolo; ora siete in due pigiati sul divano di casa a gridarvi a vicenda SCAPPA!

Pare che la situazione sia peggiorata.

Allora mettiamoci un’intera community!

Io amo guardare il gameplay, sopratutto perché a giocare sono una schiappa; quando guardi qualcuno giocare di bravo, di davvero bravo, non è comunque come guardare un film. È immersivo come giocare di persona.

Non saprei dire da cosa è dato, forse dall’esperienza? Dall’abitudine? Non lo so, ma centinaia di migliaia di persone nel mondo tornano a casa la sera, si versano una birra, e se sono troppo stanche per giocare si connettono ad un canale di gameplay.

E se qualcuno stà pensando “ma che spreco di tempo! Guardare chi gioca e nemmeno giocare veramente!”

Un sacco di gente guarda il calcio in tv; sii equo e vallo a dire a loro.

Quindi esiste questo nuovo modo di fare intrattenimento, aprirsi un canale di gameplay giocando in diretta per centinaia di fans; a molti pare più divertente che guardarsi un film, molti giochi di suspance sono migliori di molti film, quindi… perché non unire le due cose?

Pochissime volte in vita nostra abbiamo avuto l’onore di guardare un film in anteprima, e mai di un film che ha vinto HorrorHount films festival.

Poi un’amica che vorrei ringraziare di cuore, ci ha passato la password per vedere in anteprima il film che ha vinto il festival e che lei ha visto premiare in diretta.

Vorrei dire una cosa importante su Livescream:

non è un film fatto per denunciare la violenza nei videogiochi.

Nemmeno per fare i saccenti parlando di quanto fanno male, di quanto i ragazzi dovrebbero darsi ad hobby più costruttivi, più sani, di quanti bambini perdono ore di gioco e di studio rovinandosi gli occhi sugli schermi e di quanto… e basta!

Livescream non parla di questo; per nulla.

Di come si possa salvare la vita di una persona, o disintegrarla, in pochi secondi stando seduti davanti ad uno schermo di un pc; di come il mondo sia irrimediabilmente (e meravigliosamente) connesso, avvinghiato, indistricabile. Di quanto saper fare davvero bene una cosa che la gente ritiene inutile sia un dramma, ed un privilegio. Di quanto una vita vuota, spenta ed ignorata da tutti possa venir colorata e resa accettabile, addirittura vivibile da dei videogiochi quando niente altro era riuscito ad allontanarti da quel grosso, ingombrante cane nero.

Del perché, in così tanti, non ci sentiamo soli stando davanti ad uno schermo di computer a notte fonda.

E di come internet avvicini persone che non si sarebbero mai incontrate, mai conosciute, se non fosse per lei; o lui. Di come abbatta le barriere, rendendoti partecipe della vita di una persona sconosciuta dall’altra parte del pianeta, di quanto questo non vada mai sottovalutato.

Puoi divenire amico di gente a cui non avresti mai rivolto la parola per strada. Affezionarti di cuore e rimanere vicino a persone che hanno l’età di tuo nonno parlando di videogiochi da guerra tutta la notte; alla massaia cinquantenne che è una furia a Fortnite e vuoi nel tuo team a tutti i costi; al ragazzino sedicenne solitario e dimenticato che piange nel silenzio della sua cameretta e potrebbe essere tuo figlio.

Virtuale non significa più irreale.

Questo vuole dirci Livescream.

E lo fa in modo magistrale.

Un sola ripresa in alto a sinistra con il simpatico faccione dagli occhi blu di un certo Scott, centinaia di followers lo seguono e lo salutano in chat; chattano fra loro, fanno il tifo per il loro player che stà per mettersi a giocare ad un gioco dallo stile molto vintage.

Scott è un ragazzone dolce e dal dito veloce con un moderatore che ha per nickname Jumpingwolf. Scott parla di voler fare una maratona live da cinquanta ore mentre prova questo gioco horror dalla grafica noiosa.

Il gioco scorre noiosetto sul lato destro dello schermo; non ha dialoghi ma solo suoni; possiamo sentire i suoni del gioco, ascoltare Scott che parla ai suoi followers, leggere i commenti nelle chat per un’esperienza di narrazione completa. Una cosa che risulterebbe difficile da seguire a chiunque non abbia un pc, ma on è questo il nostro caso.

Come ho detto, coinvolgente come un videogioco, realistico come vederlo succedere su youtube, emozionante alle lacrime; un tipo di terrore diverso, più sottile, più umano, che non ti fa temere per la tua stessa vita; non subito, ti fa temere per quella di chi ami, di chi ti è vicino, di chi non conosci se non per un nickname che non basta a renderlo meno importante, meno concreto; ma sopratutto, ti fa aver sinceramente paura di chi urla nelle tv che “i videogiochi creano mostri!”, che a forza di strillarlo un giorno finisca per avere ragione.

Che chi dichiara ai telegiornali “giocava tanti videogiochi violenti, non poteva che non divenire un assassino” finisca un giorno di smettere di essere una stupida dichiarazione superficiale su di un giornale, che diventi una convinzione, e una paura, e poi un’entità che si nutre delle proprie convinzioni; quell’entità diventi il gioco stesso, un gioco che ti farà diventare il mostro che desidera tu sia, che è convinto tu sia.

Ti lascio al trailer che parla da solo, io credo di aver scritto abbastanza.

Buona ½ Notte a tutti i Jumpingwof e agli Scott la fuori, e non dimenticate il nostro motto:

“timore est venatus”; “la paura è gioco” non smettere di giocare.

https://www.youtube.com/watch?v=L73a6csZjzU