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La Paura

 

Un amico mi ha detto poco tempo fa che non guarda i film horror perchè ha troppo rispetto per la vita umana. Non ho saputo cosa rispondere ma ho capito che esistono tre tipi di amanti del macabro: quelli che ricercano il brivido della paura come un tossico cerca la dose, quelli che provano un senso di soddisfazione personale nel guardare scene macabre, e quelli come me che studiano l’orrore come un botanico osserva una farfalla su di uno spillone. Noi non guardiamo, non cerchiamo l’orrore per spaventarci o per trarne un sadico piacere, ma perchè, in fondo al nostro cuore, cerchiamo in esso l’essenza della natura umana.

Le persone che detestano questo genere da noi tanto amato provano repulsione, disgusto, addirittura noia in un’opera di fantasia che, almeno per loro, non ha nulla a che vedere con il reale e la vita di tutti i giorni; ma l’orrore risveglia nell’istinto umano qualcosa che altrimenti resterebbe sopito dalla nascita alla morte: mette le persone di fronte alla verità.

Non al verità politica o giornalistica, niente verità storiche o grandi scoop, ma una verità intimista che ti chiede “e tu? Come sapresti cavartela? Saresti capace di affrontare l’inaffrontabile? Qualcosa in cui nessuno può aiutarti e dove l’unico modo epr salvarti è andare fino a fondo nel buio, scavare nel fango, superare tutte le tue paure dell’ignoto e del noto ed emergere, al fine, vittorioso?”

l’orrore scava nel profondo di noi stessi, nell’animo umano, è una corda che ci trascina nell’oscurità, ma anche una luce che ci fa ritrovare cose perdute nel buio, cose che non sapevamo di aver perso, cose che ci appartengono e che dimostreranno, nel momento del vero bisogno, chi davvero siamo, di cosa davvero siamo fatti.

L’orrore è uno specchio che ci mostra noi stessi.

Se queste parole ti sembrano familiari è perchè scrissi, ormai parecchio tempo fa, un articolo simile intitolato “L’Orrore”.

Questo è, possiamo dire, un riassunto di quell’articolo.

Ho un gatto, nero, che amo molto e che in questo momento è qui con me.

Tutti conosciamo l’abitudine felina di fissare punti nel vuoto.

I Gatti, ho sempre creduto, vedono altro che noi non consociamo, cercano altro che noi non vediamo; ma forse è solo ciò che ci rifiutiamo di vedere che li assilla, o forse è una qualche conoscenza che ancora non abbiamo. Io negli occhi di questo gatto vedo la voglia oscura di cercare, trovare, conoscere, vedo tutto questo e mi rammarico di non poterlo condividere con lui, che ha la mai stessa passione, mi rammarico di non potergli dare ciò che cerco, divisi da un muro di parole a loro incomprensibile.

Ecco se non a lui vorrei far provare a te quel brivido e quella conoscenza; quindi la prossima volta che prendi in mano un romanzo horror, una pellicola, che osservi un quadro o, semplicemente, ti addentri in qualcosa che ti è oscuro e spaventoso, osservalo con gli occhi di chi cerca e di chi vuole trovare; non immagini il mondo di emozioni che ti darà, trova la tua chiave e apri quella porta, e preparati ad esplorare l’inconoscibile, il vuoto, lo spazio fra i cuori umani, fra le stelle; e se avrai fortuna un giorno giungerai alla fine di quell’oscurità e, forse, troverai qualcun’altra ad aspettarti che è arrivata alla fine della propria oscurità.

Non sarebbe bellissimo?

Buona ½ Notte.